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Il Cammino dell’eroe | I 12 Archetipi di Jung




“Gli archetipi, James Hillman psicanalista e filosofo (1926 – 2011) li definisce come “i modelli più profondi del funzionamento psichico, come le radici dell’anima che governano le prospettive attraverso cui vediamo noi stessi e il mondo. Essi sono le immagini assiomatiche a cui ritornano continuamente la vita psichica e le teorie che formuliamo su di essa.” Essi possono essere raggiunti anche attraverso l’analisi dei sogni, il cui “mondo infero” ci ricollega alle “ombre universali” dell’inconscio collettivo […]


Il discorso sugli archetipi non era un’invenzione di Hillman. Era stato già aperto da Carl Gustav Jung, negli anni trenta, quando aveva individuato in essi le forme primarie delle esperienze vissute dall’umanità nello sviluppo della coscienza. Pure forme, che stanno ai simboli come la figura geometrica del quadrato sta ad una cornice (intesa come oggetto) quadrata, e che – così come le forme geometriche – sono condivise da tutta l’umanità, sedimentate nell’inconscio collettivo di tutti i popoli, senza alcuna distinzione di luogo e di tempo, si manifestano come simboli, e pre-esistono alla psiche individuale, che organizzano.


La novità del punto di vista di Hillman – l’aspetto rivoluzionario della sua psicologia – è stata nell’intenzione di portare l’analisi fuori da un rapporto a due medicalizzato e nella scelta di polarizzare l’attività psicologica e psicoanalitica su due nuovi centri dinamici: l’anima e l’archetipo.” (Wikipedia)


“La terapia non è solo qualcosa che gli analisti fanno ai pazienti, ma anche un processo che si svolge in modo intermittente nella nostra individuale esplorazione dell’anima, negli sforzi per capire le nostre complessità… nella misura in cui siamo impegnati a fare anima, siamo tutti, ininterrottamente, in terapia.” (James Hillman)


I dodici archetipi sono all’interno di ognuno di noi e agiscono in ogni momento e situazione. Naturalmente nell’infanzia alcuni sono maggiormente attivi che altri, come ad esempio L’Innocente e l’Orfano, nell’età adulta se ne attiveranno altri e i livelli possono essere più o meno equi in base al proprio equilibrio e maturità interiori. Da questo punto di vista si ha un’immagine temporale lineare dell’evoluzione degli archetipi, dal più piccolo al più grande, dal bambino al senescente.


Ma l’esperienza ci dice che essi agiscono in un movimento continuo guidandoci su un percorso a spirale basato su tre livelli o stadi evoluti descritti in una pagina più avanti. Sono costantemente in relazione fra loro, l’Eroe è colui che sarà in grado di utilizzare i loro insegnamenti e di chiamarli a sé in base ai bisogni che la situazione, da fronteggiare, invocherà al suo interno.


Le frasi tra virgolette sono tratte dal libro “Risvegliare l’eroe dentro di noi” Carol S. Pearson ed. Astrolabio


Campbell ha definito "Viaggio dell'Eroe" il percorso che tutti noi siamo chiamati ad affrontare per separare noi stessi dal 'mondo ordinario', sacrificarci per combattere i torti che osserviamo intorno a noi, riconoscere la realtà per ciò che è realmente, ed infine conquistare la Saggezza. Il 'richiamo all'avventura' al quale rispondiamo intraprendendo questo viaggio in terre lontane ed ignote, corrisponde alla necessità di esplorare la nostra interiorità, ricercare gli insegnamenti che ci riserva la nostra esperienza terrena.



I 12 Archetipi di Carl Gustav Jung e il loro significato



L’INNOCENTE

“L’innocente è la parte di noi che crede nella vita, in noi stessi e negli altri, è la fede e la speranza con cui cominciamo una relazione, un viaggio, un lavoro, un progetto”


L’ORFANO

“L’archetipo dell’Orfano all’interno di ognuno di noi è attivo da tutte le esperienze in cui il nostro bambino interno si sente trascurato, abbandonato, tradito, deluso.”


IL GUERRIERO

“Il Guerriero dentro di noi ci chiama a essere coraggiosi, integri e forti, capaci di fissarci delle mete e di raggiungerle, capaci di combattere, quand’è necessario, per noi stessi e per gli altri. Essere Guerrieri significa rivendicare il proprio potere stabilendo il proprio posto nel mondo e rendendo quel mondo migliore. Si tratta di essere abbastanza energici da non farsi comandare a bacchetta e di avere sufficiente potere per ottenere le cose con le maniere dolci.”


L’ANGELO CUSTODE

L’Angelo custode è l’archetipo della generosità. Rappresenta la nostra Madre interiore, il nostro lato materno dolce accogliente che guida e sostiene. Poiché in ognuno di noi c’è un bambino piccolo e indifeso, l’Angelo custode ci insegna come prenderci cura di lui, come sostenerlo ed educarlo, altrimenti si rischiano rapporti di dipendenza con coloro che lo fanno al posto nostro. Insieme al Guerriero crea un clima rassicurante con chiari confini in cui la persona o gli altri si possano sentire amati, stimati compresi e stimolati a sviluppare le loro abilità.


L’AMANTE

“Senza amore, lo Spirito non si impegna nella vita.” L’elemento di base di questo archetipo è l’Eros, esso è inteso non solo come attrazione sessuale fra due persone, bensì come forza che unisce più elementi anche contrastanti, senza che questi si annullino o perdano la loro identità. L’Eros agisce quando abbiamo un legame appassionato con un lavoro, un’amicizia, un oggetto, per cui si teme fortemente la paura di perderlo. Tramite la sua forza possiamo dire di sentire di essere vivi, le scelte sono viscerali, l’attaccamento è forte, il corpo si accende l’energia circola, il richiamo è fisico le pulsioni arrivano quasi di soprassalto e ci posseggono.


IL CERCATORE

Quando ciò che prima sembrava dare le giuste compensazioni, inizia a non soddisfare più, quando alcune relazioni cominciano a starci strette, l’aria a soffocare, l’entusiasmo per il lavoro a calare, il Cercatore si sta attivando. Il Santo Graal sta chiamando per la ricerca non di una curiosità, non di un gesto o una parola, ma di un cambiamento profondo, di un livello superiore al quale accedere per dissetarsi l’anima.


IL DISTRUTTORE

Il Cercatore diventa un Iniziato, dalla ricerca si passa ad una esperienza iniziatica, il Distruttore ci introduce a quest’ultima. Questo può partire da una situazione di tremendo dolore, un lutto, una separazione, una perdita di una persona cara, un progetto a cui si era data la vita; tutto ciò su cui si contava è finito nel vuoto, nel nulla. La coscienza della mortalità si fa sempre più avanti.


IL CREATORE

Quando iniziamo ad essere coscienti del nostro ruolo e della nostra parte nella creazione, entra in scena questo archetipo. Il nostro vero Sé si esprime nella sua consapevolezza e capacità di saper creare la sua vita, mentre allo stesso tempo, collabora alla creazione dell’universo. Noi siamo i co-creatori con L’intelligenza cosmica creatrice.


IL SOVRANO

Senza aver intrapreso il Viaggio, non si diventa Sovrani.

“Il giovane parte all’avventura, uccide il drago e trova il tesoro che ridà vita a una cultura morente. In seguito al ritorno dell’eroe, il regno si trasforma e torna a vivere una volta ancora, mentre il giovane eroe diventa il nuovo Sovrano.”


IL MAGO

In una corte, deve essere presente un Mago. Un Sovrano ha bisogno dei suggerimenti di un Mago, come Mago Merlino per Re Artù. Il Mago guarisce il Sovrano ferito, e senza il suo intervento il regno non può essere trasformato.

Tutti noi siamo maghi, tutti noi trasformiamo consapevolmente o no. Il nostro pensiero trasforma la realtà interiore ed esteriore. Se siamo gioiosi, questa gioia si trasmette, se ci sentiamo in pace, questa pace si diffonde e gli altri la percepiscono; questa è magia come il Maestro spirituale O. M. Aivanhov dice: La magia è la scienza dei gesti.


IL SAGGIO

Se il Mago trasforma e il Sovrano gestisce la realtà, il Saggio ricerca la verità in merito a come tutto ciò debba essere realizzato. La verità su se stessi, sul mondo e sull’universo, è ciò che il Saggio intende conoscere per avere la vista rischiarata, per essere sulla giusta strada e soprattutto per liberarsi dalle false percezioni.

È l’osservatore interno che vede le azioni, i pensieri, le emozioni senza che ne venga coinvolto, ma per fare questo deve conoscere bene la sua soggettività, essersi messi in viaggio, per distinguerla dalla verità che la trascende e che è oltre se stesso. L’accostarsi alla verità comporta un innalzamento del livello di Umiltà, che vuol dire semplicemente, mettere da parte il proprio ego/persona per fare spazio alla Verità del Chi Sono che trascende la polarità e tutte le forme del mondo fisico.

IL FOLLE

Una corte senza un Giullare è come un fiore senza profumo; non ci sarebbero gioia, allegria, spensieratezza. “I Folli hanno il permesso di dire cose che se le dicessero altri sarebbero impiccati, di punzecchiare l’Io del Sovrano quando rischia di essere arrogante e prepotente, e di fornire nell’insieme un certo equilibrio al regno rompendo le regole e permettendo quindi uno sbocco alle intuizioni, ai comportamenti, ai sentimenti.”

Il Folle rappresenta la fine e l’inizio del Viaggio, esso permette l’integrazione e la completezza delle parti, presiede alla creazione dell’Io. È la forza della vita che scorre dentro di noi, è l’energia primordiale, radicale come quella del bambino vispo che gioca che tocca che inventa esplora e sconfina. Non bada troppo alla morale, alle tradizioni o alle convenzioni, rischia di essere irriverente, dissacrante ed irresponsabile poiché tutto è finalizzato alla ricerca del provar piaceri e senso di libertà senza preoccupazione alcuna, senza un pensiero per il domani.




tratto da https://ilviaggiodelleroe.wordpress.com/i-12-archetipi/

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