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La Dea dei serpenti | Il Mistero di Linguaglossa



La terra di Sicilia è ricca di storia ed è stata la culla della civiltà mediterranea. Dominata da Cartaginesi, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Aragonesi ecc, senza dimenticare i Siculi, gli Elimi e i Sicani, popoli antichi che hanno abitato queste terre prima della colonizzazione Greca. Grazie al passaggio di tutti questi popoli che hanno portato culti, divinità, credenze, usanze, spesso diverse tra loro, oggi la Sicilia vive una commistione di stili, di simboli, di leggende, di misteri di difficile interpretazione. In questo scritto vorremmo soffermarci sull'analisi di una particolare architettonico trovato quasi per caso nella cittadina di Linguaglossa in provincia di Catania. Nella parte antica della citta, esattamente nella chiesa di Sant'Egidio (che stando ad alcune fonti risulta essere la prima chiesa è la più antica) nell'architrave dell'antico portale troviamo una figura alquanto misteriosa.





Premesso che l'orientamento e la struttura della chiesa è stata rimaneggiata più volte nell'arco dei secoli, infatti il portale oggi non solo risulta essere murato, ma si trova nella parte sinistra del corpo principale della chiesa, come mero ricordo di quello che doveva essere l'antico ingresso, a riprova di ciò appena più in alto troviamo ciò che rimane di un rosone anch'esso murato.





Come dicevamo, la figura alquanto misteriosa(foto in alto), è una rappresentazione in basso rilievo di una figura antropomorfa che tiene tra le mani quelli che sembrano due serpenti. Difficile dire se si tratti di un uomo o una donna di certo il simbolo non passa inosservato alla nostra attenzione, anche perché ricorda qualcosa di già visto.




Ad una prima analisi il basso rilievo che troviamo nell'architrave della chiesa di Linguaglossa ricorda la famosa statuetta, chiamata dagli archeologi, Dea dei serpenti, divinità venerata a Cnosso nell'isola di Creta. Come si vede dalle foto la somiglianza tra le due figure è molto marcata. Come sappiamo, il culto della Dea Madre o Grande Dea in Sicilia si perde nella notte dei tempi, e le società Matriarcali erano una realtà in tutto il mediterraneo antico come ci suggeriscono gli studi dell'archeologa Marjia Gimbutas.

Un'altra curiosità da notare, la chiesa in cui si trova questa rappresentazione è dedicata a sant'Egidio, il cui etimo in una delle sue possibili traduzioni vuol dire "figlio di Egeo" o "figlio dell'Egeo", guarda caso dove si trova proprio l'isola di Creta.

Se l'arrivo di coloni Cretesi sulle coste della Sicilia orientale abbia dato origine ad un primo insediamento da cui sorgerà, nei secoli successivi, la cittadina di Linguaglossa non è dato sapersi, anche perché le fonti storiche e storiografiche al riguardo sono molto scarse. Ci limitiamo a constatare la somiglianza tra queste due figure, la Dea dei serpenti di Cnosso e, passateci il termine, la Dea dei serpenti di Linguaglossa e rimandiamo alla fine dell'articolo per delle interessanti considerazioni.





Ma dal nostro punto di vista, cosa rappresenta a livello simbolico la Dea dei serpenti? Come tutte le Dee madri del mediterraneo era una divinità femminile primordiale, simbolo di fertilità e prosperità, ma anche simbolo dell'energia vitale divina. Lei era la donatrice di vita, lei era la custode del fuoco sacro, lei era la sacerdotessa, lei era la guaritrice, lei era la guida nei mondo sottili e molto altro ancora. Nel famoso caduceo di Ermete, simbolo Ermetico per eccellenza, ritroviamo proprio la figura dei due serpenti che si attorcigliano lungo il bastone centrale o verga di Ermete. I due serpenti, sia nella raffigurazione della Dea sia nel Caduceo, sono la rappresentazione dei due canali energetici, delle due Nadi, Ida e Pingala.

Il simbolismo del serpente in particolar modo ci riporta alla natura più profonda e ancestrale, a qualcosa di atavico e di primordiale, non a caso lo troviamo in tutte le culture del mondo antico come simbolo di guarigione, di rigenerazione, di vitalità, di rinascita.



"Come custode del potere terrestre, il Serpente percepisce ogni movimento del suolo e del sottosuolo, prima ancora che i suoi effetti si verifichino e si mostrino sulla superficie della Terra e agli occhi degli uomini. Esso è quindi considerato l’animale della Profezia ed era proprio la Profezia ciò di cui si occupavano le antiche Sacerdotesse che venivano chiamate pythie (serpi), pitonesse o drakaine, e che erano particolarmente affini all’aspetto della primitiva Dea Serpente, raffigurata nei reperti archeologici con testa di serpente, arti serpentini o simboli di spire (emanatici di forza rigenerativa), spirali e linee ondulate, a imitare il movimento del rettile e i segni che questo lascia sulla sabbia al suo passaggio.

Attraverso la loro Conoscenza e il loro intimo legame con la Terra e le dimensioni divine, queste Sacerdotesse percepivano la Voce della Grande Madre, i Suoi movimenti, il Suo volere, o semplicemente ciò che sarebbe successo in futuro e ciò che era accaduto in passato.

Erano guardiane e mantenitrici del Potere del Serpente, che in loro era risvegliato e attivo, e interagivano direttamente con esso, come mostrano anche antiche statuette di Donne che tengono i serpenti tra le mani o sul ventre, oppure, nel caso delle Baccanti, li ripongono in un canestro (forse simbolo del grembo femminile, luogo per eccellenza in cui la Madre potrebbe far sentire la sua meravigliosa Presenza). Le Pitonesse erano pertanto messaggere della Dea e Sue voci sacre, ed Ella parlava tramite loro, in modi misteriosi e magici, facendo di esse le Sue dirette intermediarie con il mondo dei comuni esseri umani; degli uomini che a loro si rivolgevano umilmente chiedendo responsi e saggezze."

(Tratto da Il Tempio della Ninfa - Raccolta di articoli, racconti, canti dal profondo del bosco - Vol. I)


Secondo questa possibile ipotesi, le sacerdotesse serpente potrebbero avere qualcosa in comune con Linguaglossa? Potrebbe la ridente cittadina alle pendici dell'Etna essere l'antica sede di un santuario dedito agli oracoli in stile Delfi? Anche a questa domanda, purtroppo, non possiamo dare una risposta certa, ma indubbiamente la suggestione è forte. Anche perché i luoghi sacri dove venivano effettuati gli oracoli, erano piccole grotte, anfratti, luoghi sotterranei dove le sacerdotesse sostavano in totale contemplazione e silenzio. Il territorio Etneo con le sue innumerevoli grotte di scorrimento lavico si presta non poco a questo possibile utilizzo, e la zona di Linguaglossa non è certo da meno.



IXIA scritta architrave
Particolare dell'architrave, chiesa Sant'Egidio

Altro particolare degno di nota è la piccola scritta che si trova sul lato destro dell'architrave, appena sopra il braccio della Dea. Apparentemente sembra una data 1510, ipotesi possibile poiché è una caratteristica delle maestranze locali riportare la data di costruzione o di restauro su di una parte della struttura, in particolar modo nelle chiese e nei palazzi nobiliari. Ma se osserviamo attentamente, anche alla luce di quelle che sono state le ipotesi riportate in questo scritto, i numeri possono anche diventare delle lettere. Proviamo a trasformare quei numeri in lettere, ne esce fuori la parola ISIA o IZIA, non troppo diversa dal latino Pythía o Pizia.

La chiesa di Sant'Egidio potrebbe essere stata costruita su di un antico tempio dedicato al culto della Dea serpente, il cui ricordo, scomparso nel tempo, è stato affidato ad un simbolo scolpito sull'architrave della chiesa in epoca medievale?


Per concludere e dare un ulteriore spunto di riflessione sulle ipotesi fin qui formulate, vogliamo analizzare a livello etimologico il nome Linguaglossa. "Lingua" viene dal latino Lingua è può significare sia linguaggio, ma anche verbo, vibrazione, creazione e "Glossa" che viene dal greco Glossa, termine che vuol dire anch'esso lingua, ma la glossa, nel mondo antico, era anche l'interpretazione di parole oscure, ermetiche come ci dice Aristotele nella sua Poetica, quindi stando a questa analisi la parola Linguaglossa potrebbe anche significare Verbo ermetico o Verbo nascosto. Potrebbe, questo significato, essere un ulteriore riferimento alle profezie delle sacerdotesse sacre, famose per le loro frasi ermetiche, enigmatiche e di difficile interpretazione?








NOTA: Questo breve articolo non vuole essere considerato come esaustivo, l’interpretazione dei simboli e del significato esoterico è del tutto personale.



DI: Placido Schillaci


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