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La Via dell'Uomo astuto | I Quattro Cammini



Nell'insegnamento del filosofo G.I.Gurdjieff, si viene da subito a contatto con le "idee" da lui sviluppate e fatte conoscere in occidente di "sviluppo armonico dell'uomo" o "via dell'uomo astuto". Per affrontare questo argomento e cercare di fare un pò di chiarezza sul tema in questione, ci serviremo quasi totalmente dello schema che veniva utilizzato dal Sig. Gurdjieff, quando affrontava il discorso delle “vie” o "cammini" in quello che era il suo sistema di insegnamento. La prima "via" era chiamata via dell’Ez-ezunavuran (pag. 132 del libro “Incontri con uomini straordinari”) che viene erroneamente chiamata anche via del Fachiro, la seconda viene chiamata via del Monaco e la terza la via dello Yogi. Gurdjieff affermava che: “ la situazione di un uomo, anche intelligente, che cerca la conoscenza, è senza speranza, poiché‚ egli non ha la minima possibilità di trovare attorno a se‚ qualcosa che somigli ad una scuola di ez-ezunavuran o ad una scuola di yogi, quanto alle religioni (via del monaco) dell'occidente, esse sono degenerate a tal punto che da molto tempo non vi è più nulla di vivente in esse”. La situazione sarebbe veramente disperata se non esistesse un'altra possibilità, quella di una quarta via che le contiene tutte che chiamava “la via dello sviluppo armonico dell’uomo” o “via dell’uomo astuto”, quella che poi Ouspensky definì Quarta via nel modo in cui oggi noi la conosciamo, effettivamente Gurdjieff non parlò mai di una vera è propria Quarta via ma piuttosto si esprimeva sempre come la via dello sviluppo armonico.


Gurdjieff, presumibilmente, quando affrontava questi argomenti non trattava delle tre vie in maniera assolutistica, ma piuttosto lo schema era quello di far passare il concetto che ognuno ha una parte di queste tre che viene più sviluppata rispetto alle altre, che comunque tutte e tre sono nel “diagramma” (schematizzando) interno dell’uomo, infatti è impensabile che ad esempio un Ez-ezunavuran abbia solo la componente fisica, il dominio del corpo inteso come le sensazioni sviluppato, a questo proposito si associano ad ognuna della vie uno corpo interno diverso.


La prima via o via dell’Ez-ezunavuran (che proviene dal turcomanno e significa “colui che si batte con se stesso”) ha molto a che fare con il corpo fisico, quindi con il mondo delle sensazioni (conoscere la biologia). G, la descrive cosi: “La via dell’ez-ezunavuran è quella della lotta con il corpo fisico, è lunga, difficile e incerta. L’ez-ezunavuran si sforza di sviluppare la volontà fisica, il potere sul corpo. Egli vi riesce attraverso terribili sofferenze, torturando il corpo. Tutta la via dell’ez-ezunavuran è fatta di esercizi fisici incredibilmente penosi. Se non cade ammalato o non muore, si sviluppa in lui ciò che può essere chiamato volontà fisica ed egli raggiunge allora la possibilità di formare il quarto corpo (corpo divino/eterico, l’io cosciente). Ma le altre sue funzioni, emozionali e intellettuali, rimangono non sviluppate. Egli ha conquistato la volontà, ma non possiede niente su cui applicarla, non può farne uso per acquistare la conoscenza o perfezionare se stesso”.


La seconda via o via del Monaco ha molto a che fare con il corpo o centro emotivo, quindi con il mondo dei sentimenti. (dobbiamo fare una precisazione perché l’emotività per come la intendiamo non è altro che una tempesta dovuta a come pensiamo che genera continuamente risposte non controllate nel corpo, che ha molto a che fare con il polarizzarsi, quindi è un pendolo per cosi dire, di emozioni negative e positive, ciò che concilia e la terza forza cioè il sentimento). G, la descrive cosi: “Pure la via del monaco è molto dura e molto lunga. Il monaco passa degli anni, decine di anni a lottare contro se stesso, ma tutto il suo lavoro è concentrato sul secondo corpo, ossia sui sentimenti. Sottomettendo tutte le altre emozioni a una sola emozione, la fede, egli sviluppa in se stesso l'unità, la volontà sulle emozioni. Ma il suo corpo fisico e le sue capacità intellettuali possono restare non sviluppate. Per essere in grado di servirsi di ciò che egli avrà raggiunto, dovrà coltivarsi fisicamente e intellettualmente”.


La terza via o via dello Yogi (in uno dei suoi significati la parola Yogi sta ad esprimere il concetto di maestro dell’ozio, colui che ha la capacità di non fare la propria tendenza) ha molto a che fare con il corpo o centro mentale, quindi con il mondo del pensiero. G, la descrive cosi: “Lo Yogi riesce a sviluppare il suo intelletto, ma il suo corpo e le sue emozioni restano da sviluppare e, come il fachiro ed il monaco, egli è incapace di trarre profitto da ciò che ha realizzato. Egli sa tutto, ma non può fare nulla. Per diventare capace di fare deve conquistare il dominio sul suo corpo e sulle sue emozioni. Per riuscirvi, deve rimettersi al lavoro ed egli non otterrà alcun risultato se non con degli sforzi prolungati. Però in questo caso ha il vantaggio di comprendere la sua posizione, di conoscere ciò che gli manca, ciò che deve fare e la direzione da seguire”.


Tutte e tre queste vie hanno un punto fondamentale in comune, iniziano tutte da un cambiamento totale di vita, da una rinuncia, un uomo che inizia a sviluppare in maniera armonica tutte e tre queste vie, quindi che porta integrità hai diversi corpi si è fatto la Quarta via, inteso come la intendeva Gurdjieff, possiamo capire allora che la Quarta via come è intesa adesso dall’interpretazione che ne da Ouspensky e gli allievi a seguire non esiste, ma è lo “sviluppo armonico dell’uomo”, è il lavoro sulle tre vie, su tutti i lati dell’essere umano contemporaneamente. L’ez-ezunavuran lavora sulla prima via, il monaco sulla seconda, lo yogi sulla terza. Quando raggiungono la quarta via, l’ez-ezunavuran, il monaco e lo yogi lasciano dietro di sè molte cose incompiute e non possono fare uso di ciò che hanno raggiunto, poiché non sono padroni di tutte le loro funzioni. Il primo è padrone del corpo (sensazioni), ma non delle emozioni, né dei pensieri, il secondo è padrone delle sue emozioni, ma non del corpo (sensazioni), né dei pensieri, il terzo è padrone del pensiero, ma non del corpo (sensazioni), né delle emozioni. La via dello “sviluppo armonico dell’uomo” o via “dell’uomo astuto” differisce dunque dalle altre in quanto la sua principale richiesta è una richiesta di comprensione e di lavoro su tutti e tre gli aspetti, sensazioni, sentimenti e pensieri.


L’uomo che trova tale via non deve fare nulla senza prima aver fatto uno sforzo di comprensione, più comprende quello che fa più i suoi sforzi saranno validi, perché la comprensione che si ha del lavoro è proporzionale allo sviluppo della propria coscienza. Inoltre è possibile individualizzare il lavoro di ciascuno, vale a dire, ogni persona deve fare solo ciò che gli è necessario e nulla che sia inutile per lui. Infatti, questa via fa a meno di tutto il superfluo che si è mantenuto per tradizione nelle altre vie. L’uomo deve relazionarsi sempre con le circostanze variabili della vita e nulla è mai fisso o abituale. Immediatamente si ha la necessità di modificare tutto il piano esterno delle cose. Le persone devono capire ed essere capaci di adattarsi alle differenti condizioni e anche di mantenere in se tutti i principi e le idee del lavoro.


Secondo Gurdjieff, però, la ricerca individuale non è fruttuosa. Il marchio distintivo del suo metodo fu “il Gruppo”:


"Un uomo da solo non può fare nulla. Siete in prigione. Tutto quello che desiderate, se siete intelligenti, è fuggire. Ma come fuggire? È necessario scavare un tunnel sotto il muro, ma un uomo da solo non può fare nulla; supponiamo però che ci siano dieci o venti uomini: se lavorano a turno e si coprono a vicenda, possono completare il tunnel e scappare".


"Se diverse persone decidono di lottare insieme contro il sonno, esse si sveglieranno l’un l’altra. Insieme potranno essere gli uni per gli altri di grande aiuto, e senza questo aiuto scambievole nessuno di essi potrà arrivare a qualcosa.

Ai membri di un gruppo che sta per organizzarsi vengono imposte delle condizioni: condizioni generali per tutti e condizioni speciali per i singoli. Inoltre, a ognuno di loro viene richiesto di ricordarsi la ragione per la quale sono venuti al gruppo. Ed essi vi sono venuti per imparare e per lavorare su sé stessi."






Bibliografia


"Incontri con uomini straordinari" di G.I. Gurdjieff

"Frammenti di un insegnamento sconosciuto" di P.D. Ouspensky




Di: Placido Schillaci

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