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La Via del Cuore | Giuda e i 30 denari




Se osserviamo la società contemporanea, non possiamo fare a meno di notare come quest’ultima sia figlia di un modus operandi che mette al centro la ragione (dal latino Rationem = calcolo, conto, misura, regola da Ratus determino, stabilisco e quindi giudico, stimo, conto di dare e avere.), ossia quella “qualità” insita nell’uomo di regolare, schematizzare, ordinare, stabilire secondo principi soggettivi e soprattutto nell’era moderna del tutto personali ed egoistici, la vita quotidiana. Questa visione estremamente razionale, che fa del centro intellettuale il suo principale punto di riferimento, è frutto di un processo che nei secoli si è sempre più radicalizzato nello strano psichismo dell’essere umano. Se da un lato la Ratio ossia la ragione ha portato importanti sviluppi, soprattutto in termini di miglioramento delle condizioni “umane” di vita, ad esempio il passaggio da una vita nomade ad una stanziale, grazie all’invenzione dell’agricoltura e all’addomesticamento degli animali e secoli più tardi alla scienza e al successivo progresso scientifico, dall’altra ha generato un totale allontanamento da un altro importante centro dell’uomo, il centro emozionale ossia il centro del cuore.



«Ti avverto. Guarda ogni strada attentamente e deliberatamente. Mettila alla prova tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda. Questa è una domanda posta solo da un uomo molto vecchio. Il mio benefattore me l'ha detta una volta quando ero giovane, e il mio sangue era troppo vigoroso perché la comprendessi. Ora la comprendo. Ti dirò che cosa è: “Questa strada ha un cuore?" Tutte le strade sono uguali; non portano da alcuna parte. Sono strade che passano attraverso la boscaglia o che vanno nella boscaglia. Nella mia vita posso dire di aver percorso strade lunghe, molto lunghe, ma io non sono da nessuna parte. La domanda del mio benefattore ha adesso un significato. "Questa strada ha un cuore? Se lo ha la strada è buona. Se non lo ha non serve a niente. Entrambe le strade non portano da alcuna parte, ma una ha un cuore e l'altra no. Una porta un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L'altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l'altra ti indebolisce.» (Gli Insegnamenti di Don Juan – Carlos Castaneda)



L’ annosa questione della scelta tra Mente e Cuore è molto più antica di quanto pensiamo. Già molti secoli fa questa dicotomia si manifestò ai nostri predecessori. Saggi, Maestri, Mistici, grandi Pensatori e Filosofi, Artisti e Poeti si sono accorti di ciò che stava accadendo, cioè della deriva estremamente razionale che l’umanità stava prendendo, ed hanno cercato di lasciare dei messaggi che venissero compresi dalle generazioni future. Le testimonianze storiche, culturali, religiose, artistiche che si sono conservate, ed oggi sono arrivate sino a noi, ci danno la possibilità di accorgerci e di riprendere il sentiero perduto.



«Prima di inoltrarti in esso poniti la seguente domanda: "Questa strada ha un cuore?" Se la risposta è no, lo saprai, e allora dovrai scegliere un altro sentiero.» (Don Juan)



In tutte le tradizioni religiose e spirituali, la via del Cuore (il cui etimo latino viene da core, cordis cioè accordare, essere in accordo) è la via di cui tutti i grandi Maestri si fanno testimoni e portatori. Il Cristianesimo si fa anch’esso testimone di questa grande via, almeno nei suoi aspetti interiori e esoterici. Proprio dalla tradizione Cristiana andremo ad analizzare alcuni passi chiave, che ci permetteranno attraverso la lettura del simbolo, di scorgere il messaggio che riguarda questo passaggio tra la via del Cuore a quella della Ragione.

Dicevamo che sin dai tempi antichi Saggi, Maestri, Mistici ecc.. si accorsero della direzione che l’umanità stava prendendo e lasciarono delle testimonianze orali, poiché a quell’epoca l’insegnamento era da “bocca a orecchio”. Con l’avvento della scrittura e soprattutto con l’utilizzo di materie prime prevalentemente vegetali su cui scrivere, questi insegnamenti ebbero maggiore possibilità di diffusione e giunsero sino a noi. Nel nuovo testamento la cui redazione si presume, almeno nei suoi testi più antichi, essere avvenuta all’incirca nel 70 d.C, troviamo alcuni passi che ci permettono di fare una prima distinzione, e di notare come ci sia una scelta tra due elementi che possiamo accostare simbolicamente al Cuore ed alla Ragione(mente); ad esempio nel passo in cui si chiede alla folla chi scegliere tra Gesù e Barabba.



“E il governatore, replicando, disse loro: Quale dei due volete che vi liberi? Essi dissero: Barabba! Pilato disse loro: Che farò dunque di Gesù, detto Cristo? Tutti gli dissero: Sia crocifisso!” ( Matteo 27,21-22)



Possiamo vedere come la folla prende la sua decisione, decide di liberare il ladrone Barabba(la mente che ci distoglie con continue distrazioni, chiacchiera interiore, pensiero associativo, pensiero compulsivo, ecc) e di crocifiggere Gesù (il Cuore che si prodiga per gli altri e dimostra con il suo esempio compassione e amore). Simbolicamente quella decisione rappresenta la scelta tra la via del Cuore e la via della Ragione. Questa scena della passione è però preceduta da un altro avvenimento il cui protagonista è Giuda, personaggio quest’ultimo che in alcune tradizioni esoteriche rappresenta proprio l’astuzia, l’intelligenza. Giuda tradisce Gesù per trenta denari (il numero trenta negli arcani inferiori rappresenta proprio lo scambio), simbolicamente, e secondo questa possibile interpretazione, la mente tradisce il cuore e lo vende ai suoi nemici, salvo poi tornare sui suoi passi dopo essersi accorta di aver tradito un innocente, come il passo seguente ci svela:



“Quando Giuda, il traditore, vide che Gesù era stato condannato a morte, si pentì di ciò che aveva fatto. Prese allora le trenta monete dʼargento e le riportò ai primi sacerdoti e agli altri capi giudei, dicendo: Ho peccato. Ho tradito un innocente! Questi sono affari tuoi, gli risposero quelli.” ( Matteo 27,3-4)



La mente (anche se è più esatto parlare in termini di “modo di pensare”) con le sue continue giustificazioni, estremamente logica e razionale sempre dedita a ciò che è meglio per essa e vincolata, dagli scopi della società attuale, all’interesse e al guadagno, cerca di deviare continuamente le intenzioni del Cuore, le intenzioni del bene disinteressato, della compassione, della benevolenza, della libertà, salvo poi tornare suoi sui passi, spesso, quando ormai è troppo tardi.

Poiché gli scopi che oggi siamo portati a raggiungere e su cui le nostre menti sono focalizzate o per meglio dire indirizzate sono prevalentemente egoistici e personali, spinti dal profitto, dal guadagno, dalla competizione, dall’arrivismo ecc, ci stiamo sempre più allontanando dal Cuore e dalle qualità a cui simbolicamente fa capo.


Il Cuore in questo caso associato a Gesù e intenso come simbolo delle qualità migliori dell’uomo dei sentimenti più puri e disinteressati. Il Cristo che nel simbolo del Sacro Cuore rappresenta proprio questo, l'amore disinteressato, ci insegna la via da seguire.



"Insegnaci (o Signore) a contare i nostri giorni, e giungeremo alla sapienza del cuore". (Sal 90,12).






NOTA: Questo breve articolo non vuole essere considerato come esaustivo, l’interpretazione dei simboli e del significato esoterico è del tutto personale.




Di: Placido Schillaci

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