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La Domenica delle Palme | Il silenzio Interiore

Aggiornamento: 24 feb 2022



“Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele! Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d'asina.” (Vangelo di Giovanni)


Con questo passo del vangelo di Giovanni, si celebra l’entrata trionfale del Cristo a Gerusalemme, in quella che nella tradizione Cattolica e non solo (ma anche dagli Ortodossi e dai Protestanti), viene ricordata come la Domenica delle Palme, celebrazione liturgica che precede la festività Pasquale, e che da inizio alla settimana Santa. Oltre all’aspetto esteriore dell’ingresso del Cristo a Gerusalemme, dal nostro punto di vista, e secondo una possibile ipotesi di studio, possiamo riportare quanto scritto dall’evangelista ad un processo di natura interiore.



Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina.” (Zaccaria 9,9)



Secondo questa visione, la Gerusalemme di cui si parla nei vangeli è intesa come il luogo santo a cui ogni uomo deve accedere per entrare nel regno di Dio, questo ingresso ovviamente non ha nulla a che vedere con l’entrata in un luogo fisico (esteriore), quanto piuttosto è l’accesso ad un spazio sacro interiore, Gerusalemme dall’etimo ebraico: יְרוּשָׁלַיִם‎, Yerushalayim, in arabo: القُدس‎, al-Quds, "la (città) santa", sempre in arabo: أُورْشَلِيم‎, Ūrshalīm, in greco: Ιεροσόλυμα, Ierosólyma, in latino: Hierosolyma o Ierusalem, per antonomasia è definita la città santa, il luogo della salvezza o anche la citta dell’eternità, eternità che non significa un tempo lungo come sistematicamente siamo portati a pensare, ma eternità intesa come assenza di tempo, un luogo dove non esiste la concezione del tempo, uno spazio sacro astratto assoluto. Questo “luogo Sacro” è dentro di noi, è quel silenzio interiore che riusciamo a sperimentare quando la mente si acquieta, quando il dialogo interno si ferma, quando fermiamo la descrizione del mondo ed esistiamo nel momento presente.


Un ulteriore conferma di quanto appena detto la troviamo proprio nella simbologia dell’asinello che viene utilizzato nel passo evangelico. Il Cristo entra a Gerusalemme cavalcando un asino, l’asino nella simbologia iniziatica/esoterica rappresenta propria la mente, la chiacchera mentale, il continuo ed incessante dialogo interiore. Il Cristo per questo cavalca l’asino, il simbolo è potentissimo, perché ci sta invitando a domare e a dominare la nostra mente, il nostro dialogo interno, solo cosi possiamo accedere a quello stato di silenzio interiore che possiamo chiamare anche stato di Gerusalemme, luogo dell’eternità, ma attenzione perché questo stato è solo l’inizio, infatti anche nella simbologia Cristica, l’entrata a Gerusalemme rappresenta proprio l’inizio del processo (interiore) che porta il Cristo a compiere il suo scopo, il suo sacrifico (dal latino: composto da sacrum azione sacra e -ficium per facere fare) di morte e rinascita.


Altro importante simbolo che ritroviamo nel passo dell’evangelista sono le Palme con cui la folla in festa celebra l’entrata del Cristo a Gerusalemme. La Palma cosi come l’Ulivo, altro simbolo che viene consacrato proprio in questa domenica e di cui abbiamo parlato in precedenti articoli, rappresenta la vittoria, l'ascesa, della rinascita e dell'immortalità, possiamo anche associarla a l'albero della vita, simbolo dell'immortalità dell'anima, poiché una delle caratteristiche della palma e la sua crescita dall’interno. La sua vita risiede in una colonna al centro del tronco. La corteccia può essere tolta, tagliata o graffiata e la palma continua ancora a crescere verso l’alto, perché questa copertura è solamente sostegno e protezione della vita interna della pianta. La quantità e la qualità del suo frutto, sono determinate dal successo della crescita della vita interiore. Capiamo come il simbolismo della palma abbia molto a che fare con l'uomo, per analogia e corrispondenza come la vita e l'energia della palma cresce interiormente, anche la vita e l'energia dell'uomo, per dare buoni frutti deve crescere interiormente. La folla che omaggia l'ingresso del Cristo a Gerusalemme sta a simboleggiare proprio questo, il rendersi conto, l'aver preso coscienza che per entrare nella città santa, bisogna accrescere la propria energia interna, la propria forza vitale, solo cosi possiamo avere energia sufficiente per dominare l'asino(mente), ed entrare trionfalmente nel luogo Sacro.

Dai simboli e dai messaggi che abbiamo visto, possiamo capire come la festività della Domenica delle Palme può essere vissuta, non solo come un momento liturgico esteriore, ma anche e sopratutto come un momento di profonda interiorità, come un importante passaggio verso quella che è la realizzazione del Cristo Intimo, attraverso lo studio e la comprensione interiore dei suoi insegnamenti.



“Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro sul Libano. Quelli che son piantati nella casa dell’Eterno fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora del frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti, per annunziare che l’Eterno è giusto; egli è la mia ròcca, e non v’è ingiustizia in lui.” (Salmi 92,12-15)




NOTA: Questo breve articolo non vuole essere considerato come esaustivo, l’interpretazione dei simboli e del significato esoterico è del tutto personale, non suffragata da nessuna tesi esistente in precedenza o fonte terza.



Di: Placido Schillaci



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